CHRISTIAN FELIX KLEIN da Momenti del pensiero matematico di Carlo Felice Manara e Gabriele Lucchini Mursia, Milano, 1976 (pagine 215-217 e 223) Il nome di Christian Felix Klein (1) occupa un posto di rilievo nella storia della matematica, oltre che per le opere riguardanti vari rami di questa scienza, anche per quella analisi metodologica che egli espose nella "dissertazione inaugurale" pronunciata nel 1872 all'inizio dei suoi corsi presso l'Universit… di Erlangen, dissertazione che oggi viene abitualmente richiamata come "programma di Erlangen". Per capire quale sia l'importanza e la profondit… dell'analisi metodologica di Klein occorre ricordare che quando pronunci• la sua dissertazione la geometria aveva assunto un nuovo assetto, dovuto alla esistenza di varie "geometrie"; in particolare la geometria proiettiva si era presentata alla ribalta della scienza come una dottrina pi— generale della geometria euclidea, intesa nel senso classico, ed erano anche apparse diverse ricerche, le quali sviluppavano "geometrie" che apparivano come abbastanza "strane" e che si presentavano in certo modo come episodiche e staccate tra loro. Il merito di Klein fu di presentare un'idea unificatrice, la quale permetteva di dare una classificazione, e quindi una visione unitaria di tutti questi capitoli della geometria, che si erano originariamente presentati come abbastanza diversi e indipendenti tra loro. Lo strumento di cui si serve Klein per tale unificazione Š un concetto che appartiene all'algebra (e che fu studiato in seguito ad un livello molto pi— astratto rispetto a quello che Š stato presentato da Klein): il concetto di "gruppo" che Klein presenta sotto la sua realizzazione concreta di "gruppo di trasformazioni". Per capire ci• che intende Klein si pu• osservare che nello studio di determinate figure geometriche il matematico prescinde, in modo del tutto naturale, da certe realizzazioni concrete le quali particolarizzano la figura stessa; per esempio quando si studia il "quadrato" si considera come del tutto ovvio che le propriet… che interessano il matematico sono quelle che non si riferiscono ad un particolare quadrato, realizzato per esempio con gesso bianco su una lavagna nera, ma quelle comuni a tutti i quadrati che possono essere rappresentati da quel quadrato, e cioŠ, a seconda dei casi, ai quadrati che hanno lato di misura eguale a quella del particolare quadrato (indipendentemente dalla loro posizione nello spazio, posizione nella quale si pu• sempre pensare di averli mediante trasporto rigido) o addirittura a tutti i quadrati, prescindendo dalla misura del lato, indipendentemente dalla loro posizione nello spazio; qui oltre alla operazione di trasporto rigido pu• quindi esserci una operazione di cambiamento di lunghezza del lato. Cos, per esempio, il fatto che le diagonali del quadrato siano uguali tra loro e perpendicolari tra loro risulta vero per ogni quadrato, cioŠ per quello che stiamo considerando e per ogni quadrato che si possa ottenere da quello con una operazione di trasporto rigido oppure con un cambiamento di lunghezza dei lati, che mantenga quella che viene di solito chiamata la "forma" della figura. Volendo presentare la stessa idea con altre parole, si potrebbe dire che per il matematico Š indifferente considerare il quadrato in una posizione oppure in un'altra, e, per certe propriet…, con una dimensione oppure con un'altra; in quest'ultimo caso, tutti i vari quadrati, rispetto alle propriet… che interessano il matematico, sono "equivalenti". Orbene questo concetto abbastanza vago di "indifferenza" oppure di "equivalenza" fu precisato da Klein con il ricorso ad una struttura algebrica precisa, che Š la struttura di "gruppo": egli considera come "equivalenti", rispetto a certe propriet…, due figure le quali risultino trasformate l'una nell'altra mediante le trasformazioni che appartengono ad un determinato gruppo. Ne consegue che le propriet… delle figure che interessano al matematico sono quelle che risultano essere `invarianti' rispetto ad un determinato gruppo di trasformazioni. Pensiamo, per esempio, ad un piano riferito ad un sistema di coordinate cartesiane ortogonali; consideriamo due punti P e Q (distinti) quali si vogliano nel piano; ciascuno di essi Š determinato da due coordinate. Se pensiamo di cambiare il sistema di assi cartesiani, ovviamnete le coordinate dei punti cambiano. Tuttavia Š posssibile costruire mediante le coordinate dei due punti almeno una funzione che non cambia quando si passi dal primo al secondo sistema di riferimento: questa funzione esprime sostanzialmente la distanza tra i due punti e costituisce per il fatto della sua invarianza, la prima propriet… veramente fondamentale e "geometrica" della coppia di punti. Va osservato che secondo le idee di Klein Š anche possibile dare una `classificazione' delle varie "geometrie", cioŠ delle varie dottrine geometriche, facendo riferimento ad un determinato gruppo di trasformazioni, il quale qualifica l'insieme delle propriet… invarianti che riguardano (o interessano) una determinata "geometria". Si ottiene cos un criterio per la classificazione dei vari rami della geometria e per unificare questi rami nel loro insieme. Per esempio, la geometria euclidea (o geometria elementare, come si suole dire) risulta caratterizzata dal fatto che le propriet… che essa studia sono invarianti rispettivamente per il gruppo dei movimenti rigidi o per il gruppo delle similitudini; la geometria proiettiva, che allora costituiva un ramo del tutto nuovo della scienza, risulta caratterizzata dal fatto che le propriet… da essa considerate sono invarianti per trasformazioni molto pi— generali delle trasformazioni che caratterizzano la geometria elementare, e che si chiamano omografie (2); tali sono per esempio le trasformazioni che si potrebbero ottenere concretamente associando ad una figura piana la sua fotografia (priva di aberrazioni) o la sua "ombra" ottenuta mediante una sorgente luminosa puntiforme e proiettata su un piano che non sia parallelo al piano della figura originale, o anche facendo fotografie di fotografie in modo qualsiasi. Va anche notato che, nel quadro di quella che viene chiamata la "subordinazione" delle geometrie, la geometria euclidea risulta essere un caso particolare della geometria proiettiva, perch‚ il gruppo delle omografie contiene il gruppo delle similitudini, che contiene a sua volta quello dei movimenti rigidi. Il passo che segue (limitato alle prime pagine di pi— agevole comprensione) Š tratto dalla citata dissertazione dal titolo `Considerazioni comparative intorno a ricerche geometriche recenti (Vergleichende Betrachtungen ber neuere geometrische Forschungen)', nella traduzione datane da G. Fano (a sua volta geometra di notevole valore) sugli "Annali di matematica pura e applicata", serie II, t. XVII (1890), pagg. 307 e seguenti. Le note sono di F. Klein. In particolare la nota 5 Š stata da lui aggiunta nella traduzione italiana. I due matematici citati nel testo sono il norvegesre (Marius) Sophus Lie (1842-1899) e il francese Camille Jordan (1838-1922). ---> trascrizione della parte iniziale del testo (K0, K1, K2 del  14). Si potrebbe dire infine che le idee di Klein hanno avuto influenza (o almeno che si ritrovano) anche in altri campi della scienza e che possono aiutare anche a capire e ad inquadrare certi atteggiamneti della ricerca scientifica posteriore. Infatti nel quadro delle idee che abbiamo esposto si potrebbe inserire anche la ricerca di propriet… degli enti che si potrebbero chiamare "obbiettive" di fronte alle scelte dei sistemi di riferimento e quindi ai cambiamenti di sistemi di riferimento. Pensiamo ad esempio ad un osservatore O, che descrive i fenomeni della fisica mediante un determinato sistema di riferimento spazio-temporale, e pensiamo anche ad un altro osservatore O', il quale d… la sua descrizione dei fenomeni della fisica con il suo riferimento spazio-temporale. Possiamo capire che le coordinate spazio-temporali attribuite da ciascuno degli osservatori ad un medesimo fenomeno sono in generale variabili con i riferimenti (e quindi con gli osservatori); le cose che hanno un vero significato fisico sono quelle che risultano espresse in modo invariante rispetto a tutti i cambiamenti di sistema di riferimento che esprimono il cambiamento delle leggi quando si passi da un osservatore ad un altro. Queste idee sono fondamentali per la comprensione di quella impostazione teorica che Š alla base della teoria della relativit… einsteiniana; si potrebbe dire addirittura che queste idee hanno influenzato anche la presentazione "geometrizzante" che Einstein stessso ha adottato nella esposizione delle proprie teorie. (1) Nato a Dsseldorf nel 1849, nel 1872 divenne professore di matematica all'Universit… di Erlangen dove rimase fino al 1875, poi insegn• a Monaco e fu professore alle Universit… di Lipsia (1880-1886) e di Gottinga (1886-1913). Dal 1872 fu tra i responsabili degli `Annali matematici' di Gottinga e nel 1895 fond• la grande `Encyklopaedie' matematica. Mor a Gottinga nel 1925. (2) Le omografie sono le pi— generali trasformazioni che portano rette in rette (e piani in piani).