Bollettino U. M. I.
(7) 10-A (1996), 1-17
SEZIONE SCIENTIFICA


La formazione degli insegnanti di Matematica.

GIOVANNI PRODI (*)
Dipartimento di Matematica, Università di Pisa

(*) Conferenza inaugurale tenuta a Padova il 10 settembre 1995,
      in occasione del XV Congresso U.M.I.


[per indicazioni su e per questa trascrizione cfr. il file di presentazione]

0001         Sono vivamente grato
         al Presidente dell'Unione Matematica Italiana
         e al Comitato Organizzatore di questo importante Congresso
         che hanno voluto trasformare una mia breve comunicazione
         prevista per la sezione didattica
         in una conferenza generale.
         Questo mutamento mi fa molto piacere
         anche perché vi vedo una rinnovata attenzione
         da parte dell'Unione Matematica Italiana
         per problemi dell'insegnamento.
0011     Tuttavia,
         malgrado questa diversa collocazione e destinazione,
         la mia esposizione rimane quello che era:
         cioè un testo pratico,
         che non ha nulla della scientificità
         che ci si aspetta da una conferenza generale
         nell'ambito dell'Unione Matematica Italiana.
         Parlerò della formazione degli insegnanti di matematica.
         Devo precisare:
         su questo tema si potrebbe parlare
0021     in modo perfettamente scientifico,
         ma non è il caso mio.
         Questa conversazione riguarderà esclusivamente
         alcuni aspetti pratici dell'insegnamento della matematica
         nella scuola italiana.
               Ancora una scusa: parlerò troppo in prima persona.
         Ma confido che questo mi venga perdonato:
         infatti, con il procedere dell'età,
         le cose a cui si è partecipato personalmente
         sono quelle che rimangono più vive nella memoria,
0031     e pertanto si consente ad un anziano
         --- purché, ovviamente, non esageri ---
         di esplicare il ruolo di testimone di situazioni del passato
         che rischiano di venire dimenticate.


1. - Come formare gli insegnanti di matematica?

0038           La formazione degli insegnanti di matematica
         è un problema che mi assilla da molti anni.
         Da quando cominciai ad interagire in modo non superficiale
0041     con gli insegnanti di matematica,
         mi colpì la forte difficoltà che essi incontrano
         nell'accettare le innovazioni didattiche,
         anche quando il cambiamento nei contenuti è minimo
         e il vantaggio nell'apprendimento è notevole.
         Mi domandavo come si potessero trovare in difficoltà
         insegnanti che erano stati eccellenti allievi all'univeristà
         e che mantenevano
         una buona cultura personale in matematica:
         le cose andavano come se i nostri laureati,
0051     una volta diventati insegnanti,
         entrassero in un nuovo mondo,
         o forse ritornassero nel precedente mondo del loro liceo,
         temporaneamente lasciato per la parentesi universitaria.
         Un'altra carenza che riscontravo riguarda
         quella che chiamerei l'affettività matematica:
         (potrei anche usare il termine entusiasmo);
         voglio dire:
         il piacere di raccontare agli altri
         (in questo caso agli allievi)
0061     qualche fatto matematico molto bello,
         e tecnicamente semplicissimo.
         Per molti anni ho fatto un test alle matricole
         chiedendo, fra l'altro,
         se avevano mai sentito dire
         che esistono infiniti numeri primi:
         non si andava mai oltre il 5% di risposte affermative.
         È vero che
         il teorema di Euclide sull'infinità dei numeri primi
         non faceva parte del programma,
0071     ma è anche vero che
         per chi ha un po' di passione per la matematica
         è difficile resistere
         alla tentazione di raccontarlo a chi non lo sa.
               Cercai una prima risposta costruttiva
         dedicandomi con intensità all'attività di aggiornamento,
         anzi, con termine pedagogico più forbito,
         all'attività di "formazione in servizio".
         Cominciai
         --- in cordiale collaborazione con Vittorio Checcucci,
0081     con cui quotidianamente discutevo su questi temi ---
         ad istituire un "Nucleo di Ricerca Didattica";
         con la collaborazione dei nuclei di Pavia e di Trieste,
         venne sperimentato un intero corso di matematica
         per la Scuola Secondaria Superiore
         (o progetto, come si diceva con un po' di enfasi).
         C'era, all'inizio, molto fervore:
         gli insegnanti si lanciavano volentieri
         sui temi che erano per loro nuovi;
         ma col passare degli anni aumentava il divario
0091     fra quello che essi imparavano
         e condividevano nell'ambito del "Nucleo"
         e quello che essi riuscivano ad introdurre in modo effettivo
         nel loro insegnamento in classe.
         Ad un certo punto questo divario
         si trasformò in vera e propria frustrazione,
         con reazione di rigetto,
         così che l'esperienza del "Nucleo" si esaurì,
         per rinascere poi sotto tutt'altra forma in tempi più vicini.
         Devo aggiungere che in questi venti anni
0101     molte cose sono cambiate
         anche nella Scuola Secondaria Superiore;
         in particolare, c'è stato lo scossone benefico
         del Piano Nazionale per l'Informatica,
         anche se adesso non si sa più che cosa sia diventato,
         o quali eredi abbia lasciato.
               Da una decina di anni organizzo ogni anno
         un convegno per gli insegnanti della Toscana,
         con l'appoggio dell'IRRSAE
         e l'aiuto dei colleghi del Dipartimento
0111     più sensibili alla didattica.
         L'iniziativa è molto gradita:
         gli insegnanti ascoltano volentieri le conferenze,
         discutono fra loro,
         collaborano volentieri ai gruppi di studio.
         La dimensione regionale è quella più adatta per questi scopi
         (e forse è la dimensione ideale
         per il governo di tutte le attività scolastiche)
         perché da un lato è abbastanza ampia,
         così da accogliere varie esperienze e mentalità,
0121     dall'altro è abbastanza ristretta
         così da poter stabilire vincoli duraturi
         di amicizia e collaborazione.
         In questo ambiente
         il livello di partecipazione degli insegnanti è buono
         e quella che chiamavo prima
         affettività matematica
         è soddisfacente.
         Quello che non si riesce ancora ad ottenere
         dagli insegnanti che partecipano
0131      è qualche messaggio autentico sul loro lavoro in classe:
         è come se tutto questo fosse coperto da segreto militare.
         Per un paio di anni abbiamo chiesto loro
         una piccola relazione su un aspetto particolare
         (si potrebbe dire un episodio significativo)
         del loro lavoro in classe.
         Abbiamo ottenuto solo relazioni generiche
         (o un riepilogo succinto di teoria,
         oppure un diario di attività),
         ma nulla, o quasi nulla,
0141     che fosse un fenomeno didattico genuino,
         un accadimento su cui poter riflettere.
         Comunque, questa attività continua e progredisce.
               Dopo tutte queste esperienze,
         ho fissato sempre più la mia attenzione sul punto che per me,
         professore di Matematiche Complementari,
         avrebbe dovuto essere l'inizio della mia inchiesta,
         cioè sul modo
         con cui formiamo gli insegnanti di matematica.
         Mi sono allora domandato
0151     se per caso non è la formazione universitaria
         che condiziona in modo negativo gli insegnanti
         (che li "spegne" anziché "accenderli");
         mi sono anche chiesto se la preparazione migliore
         non sia quella dei paesi dove
         gli insegnanti si formano anzitutto come tali,
         e se per caso non sia sbagliato
         il nostro modo di volere formare prima dei matematici
         (o dei biologi, o dei letterati)
         cercando poi di trasformarne alcuni in insegnanti.
0161     Ma su queste carenze più generali
         riguardo alla formazione degli insegnanti
         ritornerò a conclusione della relazione.
         al modo con cui formiamo
         tutti i nostri laureati in matematica,
         non solo gli insegnanti,
         ma anche quelli che si orientano verso la ricerca
         o verso le applicazioni.
         Anzi, rovesciando i criteri dominanti,
         sono arrivato a concludere che se
0171     ci si studiasse di formare dei buoni insegnanti di matematica,
         si formerebbero automaticamente dei buoni ricercatori.
         Ma, a questo punto,
         il discorso si sposta sui contenuti e le metodologie
         dell'attuale corso di laurea in matematica.

2. - Per la riforma del C.d.L. in Matematica:
       uno sguardo indietro.


                Per aprire un dibattito sulle basi culturali
0181       su cui avviare la riforma degli studi di Matematica,
          il punto di partenza obbligato
          è la genesi dell'ordinamento vigente,
          che rimane quello del 1961,
          salvi alcuni recenti ritocchi organizzativi.
          Questo ordinamento sostituiva l'assetto precedente,
          piuttosto frammentario,
          ma anche ricco di esperienze interessanti (1)
          con un quadro coerente e culturalmente unitario,
          centrato sulla nozione di struttura matematica,
0191      secondo la concezione Bourbakista.
              (1) Si veda a proposito l'ampio e documentato articolo di L. BRUSOTTI
                 nella Enciclopedia delle matematiche elementari (Hoepli).
                 L'ultima parte dell'articolo è dedicata
                 alla Preparazione e valorizzazione dell'insegnante.

          In campo didattico,
          la tesi fondamentale del movimento Bourbakista era
          che l'apprendimento delle nozioni astratte
          ed interne della matematica
          deve precedere le esemplificazioni e le applicazioni.
0201      Nel preparare questo mio intervento,
          mi sono chiesto se all'inizio del 1961,
          quando tracciavamo la riforma
          nell'ambito della commissione creata dall'U.M.I.,
          avevamo consapevolezza
          di un'adesione alla linea Bourbakista
          o, semplicemente, questa era "nell'aria che si respirava".
          Io propenderei per la seconda ipotesi.
          Il corso di Algebra,
          che fu introdotto con la riforma nel primo anno,
0211      era stato pensato da qualcuno
          (mi riferisco soprattutto a Beniamino Segre)
          come corso di strutture matematiche
          e, pertanto, come nodo culturale
          del nuovo corso di laurea.
          In realtà, il corso di Algebra fu subito attuato
          come vero corso di Algebra
          e venne a colmare una grave lacuna
          del nostro piano di studi.
          L'adozione della linea Bourbakista
0221      ebbe anche come conseguenza
          l'abbandono dei temi classici
          che non si prestavano ad essere inseriti immediatamente
          in uno schema astratto,
          anche se ricchi di fascino
          (come, per fare un esempio particolarmente significativo,
          la geometria proiettiva,
          il cui studio fu abbandonato o ristretto).
          Nello stesso tempo,
          fu dato minore rilievo a materie "applicative"
0231     come la fisica e la meccanica.
                Per quello che riguarda
          la preparazione all'insegnamento,
          si deve ricordare che,
          a seguito della riforma Gentile,
          era stato istituito il corso di laurea in Matematica e Fisica,
          con lo scopo di preparare insegnanti per scuole secondarie
          (licei, istituti magistrali)
          in cui matematica e fisica erano state accorpate.
          Questo corso di laurea, veramente,
0241      non era per nulla soddisfacente
          né per i matematici né per i fisici;
          la riforma del 1961 lo soppresse
          nella previsione
          di una imminente separazione dei due insegnamenti,
          separazione che, almeno nei licei, deve ancora attuarsi!
          Ironia della sorte:
          la laurea in Matematica e Fisica,
          fra tutte le lauree esistenti,
          sarebbe stata il meno peggio
0251      per l'insegnamento nella Scuola Media,
          che di lì a poco sarebbe stata istituita.

3. - Avanti, ma verso dove?

0256            Veniamo alle possibili basi culturali
          di una riforma degli studi di matematica di oggi.
          Non è il caso di contrapporre
          una visione della matematica di oggi
          a quella di quaranta anni fa.
0261      La matematica ha una sua linea di sviluppo:
          non procede per sconvolgimenti radicali,
          è essenzialmente conservativa.
          I risultati trovati permangono nei secoli,
          spesso con le stesse dimostrazioni, alla lettera,
          come è per il caso di quel semplicissimo
          teorema di Euclide sui numeri primi
          che citavo all'inizio;
          a volte, quello che c'è di nuovo
          è solo la liberazione da un vincolo.
0271      Nel caso del teorema di Euclide,
          l'enunciato originario è che
          "Esistono più numeri primi
          di quanti se ne possano proporre":
          noi diciamo oggi
          che l'insieme dei numeri primi è infinito,
          perché ci siamo liberati dal terrore dell'infinito.
          In altri casi,
          come per la geometria di Euclide,
          cambia l'impostazione, che diventa più critica
0281      e può anche frazionarsi in tanti approcci diversi,
          ma la sostanza e la bellezza del ragionamento
          vengono ugualmente conservate.
                Questo aspetto conservativo della matematica
          crea però dei problemi:
          specialmente se si tiene conto
          dell'ampiezza della ricerca matematica di oggi
          (basta vedere la crescente mole
          dei volumi delle riviste di recensione):
          viene prodotto un enorme materiale che,
0291      per sopravvivere ed essere utilizzato,
          deve essere in qualche modo semplificato e compattato,
          se non si vuole che la scienza sia soffocata
          dalla sua stessa mole.
          Mi pare che si possa chiamare
          didattica della matematica in senso lato
          questo processo interno di semplificazione
          che ha nell'insegnamento il suo momento istituzionale.
          La storia della matematica ci insegna
          che le idee nuove spesso nascono in modo arruffato.
0301      In generale l'aspetto che affiora per primo
          è quello del calcolo,
          mentre il quadro concettuale è quello che viene per ultimo.
          Così, nell'algebra lineare
          si comincia nel secolo XVIII con i determinanti,
          poi, nel secolo successivo,
          si scoprono le matrici e la loro algebra,
          poi soltanto nei tempi a noi abbastanza vicini
          si scopre la sorgente concettuale:
          lo spazio vettoriale, con le applicazioni lineari.
0311      È chiaro allora che nell'insegnamento
          non si può procedere in modo storico:
          si impiegherebbe troppo tempo e troppa fatica.
          Si può avere qualche rimpianto
          per la scomparsa di aspetti magici e misteriosi
          che sono troppo presto fugati
          da una sistemazione assiomatica:
          ad esempio chi oggi utilizza i numeri complessi
          lo fa con tutta naturalezza;
          ma la meraviglia rimane,
0321      soltanto si sposta su quante cose si possono ricavare
          da uno strumento così semplice.
          In questa semplificazione e sistemazione
          ha un ruolo importante l'intuizione,
          che estende il suo potere verso campi nuovi,
          in cui, in un primo tempo, si procedeva guardinghi:
          giunti ad un certo punto,
          è possibile lasciare corso all'intuizione,
          pur di tenere presenti dei "segnali di pericolo"
          analoghi ai segnali di svolta pericolosa
0331      che i Bourbaki
          hanno introdotto spiritosamente nel loro trattato.
                Ho parlato di conservazione,
          ma molti risultati vengono conservati solo confluendo,
          come tentativi o come risultati parziali,
          in teorie più generali,
          come le conchiglie
          che finiscono per comporre le rocce sedimentarie.
          Molti risultati, anche se sono costati sforzo e fatica,
          finiscono dimenticati,
0341      anche perché ci sono le mode che si avvicendano;
          spesso una generazione ignora quello
          che ha fatto la generazione precedente.
                Ciò premesso,
          se vogliamo fissare un curriculum
          per la formazione degli insegnanti
          non possiamo sfuggire alla domanda:
          quali temi sono più importanti,
          nella nostra consapevolezza di oggi?
                Nel tempo in cui
0351      la matematica veniva vista come un edificio,
          i temi didatticamente importanti
          erano quelli dei fondamenti.
          Posso osservare che,
          anche sotto questo orientamento culturale,
          i corsi di Matematiche Complementari
          hanno avuto una notevole benemerenza:
          mezzo secolo fa erano gli unici corsi
          in cui si studiavano certi temi
          apparentemente goffi e bizzarri
0361      (come la definzione delle operazioni aritmetiche di Peano)
          che oggi sono annoverati
          fra quelli più originali e fecondi.
          Successivamente, come ricordavo prima,
          il ruolo dei fondamenti venne preso, o sostituito,
          da quello delle strutture matematiche.
                E oggi?
          Mi rendo conto che posso apparire presuntuoso
          tentando di indicare ciò che è importante oggi;
          però non si tratta
0371      di fare profezie sul futuro della matematica
          (ci vorrebbe altro!),
          ma soltanto di dare un giudizio ai fini dell'insegnamento
          su cose che sono davanti ai nostri occhi.
          Direi che è importante ciò che è semplice,
          ma, nello stesso tempo, si trova all'incrocio di molte vie.
          So che, con quest'ultima immagine,
          corro il rischio di cadere nel termine triviale,
          ma accetto il doppio senso di questo termine.
          Cerco di chiarire e sostenere il mio pensiero
0381      partendo da una riflessione sull'opera di Cantor:
          in essa ci sono aspetti formalmente semplici,
          ma con conseguenze enormi
          (ad es.: distinzione fra l'infinito numerabile e non,
          la scoperta che la dimensione
          non si può fondare sulla cardinalità);
          poi c'è anche la teoria dei transfiniti:
          teoria elaboratissima,
          ma paragonabile a tante altre teorie matematiche.
          Potremmo dire che
0391      da questo secondo punto di vista
          Cantor è un matematico di grande statura,
          ma come tanti altri;
          ciò che lo rende unico
          sono le scoperte del primo livello,
          cioè quelle che si potrebbero catalogare
          sotto lo slogan del coraggio dell'infinito.
          Una riprova della scala di importanza è nel fatto che,
          nello sviluppo della teoria della misura
          e dell'analisi funzionale
0401      abbiamo assistito alla sostituzione di molte dimostrazioni
          basate sui transfiniti
          con dimostrazioni costruite a livello più elementare.
                Nel periodo più vicino a noi (2)
          troviamo altre scoperte
          in cui la profondità si unisce alla semplicità;
          penso, ad esempio, alla macchina di Turing.
               (2) Si veda: G. LOLLI, I fondamenti della matematica dopo Gödel,
                 Atti del XII Congresso dell'UMI, Torino, 1987.

          Ma quanti laureati in matematica la conoscono?
0411      Probabilmente solo quelli che hanno fatto
          un corso facoltativo di
          Teoria e Applicazione delle Macchine Calcolatrici.
          Per i matematici forse la difficoltà è solo psicologica:
          capire che in un oggetto un po' strano e sgraziato
          (voglio dire che non ha l'eleganza di una curva algebrica ...)
          c'è materia per una profonda meditazione.
          Che la macchina di Turing
          sia un oggetto matematico di enorme importanza
          lo si capisce non solo dal calcolatore,
0421      che ne è l'approssimazione concreta,
          ma soprattutto dalla sua fecondità nel produrre altre idee.
          Penso alla possibilità di definire successioni casuali
          (teoria di Kolmogorov-Chaitin, ...)
          come successioni che sono costruibili
          solo con un programma di lunghezza
          non inferiore alla loro stessa lunghezza.
          In questo modo si realizza
          una interazione fra probabilità e informatica:
          quando una scoperta come questa collega due vie principali,
0431      come l'informatica e la probabilità,
          non si può dubitare della sua importanza.
                Cercherò di chiarire il mio pensiero
          precisando la posizione opposta:
          quella di coloro che chiamano matematica
          solo quello che sta dentro ad un recinto tradizionale
          (dunque, non la logica, l'informatica,
          la probabilità, la statistica;
          non parliamo poi della fisica o dei modelli matematici, ...).
          Essi, in compenso,
0441      spingono la specializzazione al massimo livello,
          senza porsi mai il problema del possibile significato
          di ciò che essi stessi fanno.
          Devo precisare che
          come rappresentanti di queste correnti di pensiero
          vedo anche matematici di notevole statura.
          Troppo spesso i ricercatori puri
          non si pongono problemi di importanza.
          È invece la didattica
          che porta alla necessità di fare una graduatoria di priorità:
0451      paradossalmente,
          la pura ricerca in matematica può, in molti casi,
          ignorare questa graduatoria,
          o, forse, farne una sua propria
          rispetto ad un sistema di riferimento
          contingente e momentaneo,
          considerando come più importante
          ciò che più facilmente può portare alla cattedra universitaria.

4. - Verso nuovi contenuti.

0462            Penso che, a questo punto,
          siamo in grado di cogliere nella matematica di oggi
          alcune linee di sviluppo
          che ci suggeriscono nuovi contenuti e nuovi metodi
          per il nostro Corso di Laurea.
         
                a) C'è stata negli ultimi decenni
          una forte crescita di consapevolezza
          nel riflettere sulle operazioni stesse
0471      che compiamo nel fare matematica.
          Ci rendiamo conto che è importante fare ragionamenti,
          ma è ancora più importante
          riflettere sui ragionamenti che facciamo.
          Oggi si tende a considerare la logica
          come una delle tante specializzazioni matematiche,
          ed è vero
          (possiamo segnalare come particolarmente incisiva
          l'opinione di J. Dieudonné (3))
          ma è altrettanto vero che nel recente passato
0481      la logica più di ogni altra materia matematica
          ha cambiato i nostri modi di pensare
          e ci ha dato stimoli di progresso.
              (3) J. DIEUDONNÉ, Logica e matematica nel 1980,
                 in La nuova ragione, a cura di Paolo Rossi, Il Mulino, 1981.

          Anche nel campo della ricerca didattica
          oggi si insiste sulla consapevolezza da parte del discente
          delle operazioni mentali che egli compie,
          cioè sugli aspetti che vengono detti metacognitivi.
          L'introduzione del calcolatore
0491      --- a prescindere dall'evidente potenza dello strumento
          e della sua molteplice applicabilità ---
          ha portato ad operare a un livello formalmente più spinto
          di quello insiemistico tipico delle strutture matematiche.
          Nello stesso tempo,
          proprio in virtù del calcolatore,
          questo modo di operare più formale
          è venuto a far parte dell'operare concreto del matematico.
          Voglio dire:
          anche un ragazzo che lavora con un calcolatore
0501      fa necessariamente attenzione ai diversi strati linguistici
          che sono in gioco,
          dovendo distinguere, ad esempio,
          il programma di calcolo
          dalle istruzioni per la scrittura del programma stesso.
          Questa distinzione fra diversi strati linguistici,
          che fino a poco fa poteva apparire astrusa,
          diventa spontanea e del tutto comprensibile
          per chi opera con il calcolatore.
         
0511            b) L'interazione
          fra la matematica e le scienze della natura,
          fra la matematica e le attività umane
          non appare oggi
          come un carattere accessorio della matematica
          (quale veniva invece evocato dal termine applicazione)
          ma diventa un elemento fondante della matematica.
          Nel dopo-Gödel
          la matematica deve rinunciare alla pretesa
          di giustificarsi dal suo stesso interno
0521      e allora il fatto che essa venga assunta
          non solo come linguaggio,
          ma anche come veicolo di idee per tutte le scienze
          diventa, in un certo senso, un suo elemento costitutivo:
          si è parlato (4) dell'"inspiegabile successo della matematica".
              (4) E. P. WIGNER,
                The unreasonable effectiveness of mathematics in the natural sciences,
                 Communications on Pure and Applied Mathematics, 13 (1960).

          Con ciò non si vuole sminuire
          l'importanza dei problemi
0531      che vengono posti dall'interno della matematica;
          si vuole solo affermare che questi non sono gli unici
          e nemmeno i più ... matematici.
          La celebre disputa fra Jacobi e Fourier
          dovrebbe essere risolta affermando che
          tutta la ricerca matematica è una battaglia
          che si combatte per l'onore dello spirito umano.
         
                c) La probabilità e la statistica, l'informatica teorica
          non sono più da considerarsi
0541      come materie specialistiche e aggiuntive,
          ma come modi di pensare dotati di grande valenza
          sia nelle applicazioni
          sia all'interno stesso della matematica,
          e quindi tali da dover essere apprese fin dall'inizio
          con profondità concettuale,
          anche se a livelli elementari dal punto di vista tecnico.
         
                d) La simulazione
          è una nuova ed attraente attività matematica
0551      che ha grande valore pratico ed euristico,
          e viene correntemente usata
          da ingegneri, medici, economisti, ecc.
          Essa si colloca ad un livello intermedio
          fra quello deduttivo e quello sperimentale.
          Benché la mentalità del matematico
          sia e debba rimanere prevalentemente deduttiva,
          si avverte la necessità di una formazione complementare
          sul versante dell'induzione.
                Le attività qui elencate
0561      sono spesso ignorate dai matematici,
          mentre sono praticate da altri professionisti:
          ingegneri, fisici, ecc.
          Mi pare che vi sia motivo di autocritica
          per la nostra comunità matematica.
          Mi rendo conto che qualcuno potrebbe obiettare:
          "Queste non sono attività matematiche".
          Dal mio punto di vista è facile rispondere:
          "Se anche non lo sono,
          esse fanno ugualmente
0571      parte della figura professionale dell'insegnante
          (a cui punta l'indirizzo didattico)
          e di quella del matematico applicato
          (a cui punta l'indirizzo applicativo)".
                Un'altra obiezione potrebbe essere:
          "Che cosa eliminare per fare spazio a questi nuovi temi?".
          Io risponderei che la semplificazione dei temi tradizionali
          avviene spontaneamente,
          se non si è conservatori per principio.
          Faccio un esempio:
0581      quando ero studente,
          i libri di Analisi recavano ancora
          molti criteri di convergenza per le serie a termini positivi.
          Oggi il concetto stesso di serie a termini positivi
          (meglio ancora se pensata
          come somma che prescinde dall'ordine)
          ci appare come familiare:
          per la sua comprensione bastano alcuni esempi fondamentali.

5. - Verso una nuova metodologia.
0591     
                Dal punto di vista metodologico,
          il lato peggiore della formazione attuale
          dei nostri studenti di matematica è,
          a mio parere,
          la frammentarietà.
          I nostri allievi affrontano una materia alla volta;
          già nel primo anno, dopo una breve fase iniziale,
          anche per l'effetto di carenze formative di base,
          essi si concentrano su una sola materia
0601      e lasciano perdere le altre,
          anche per quello che riguarda la frequenza.
          In tal modo
          rinunciano alla maggior parte del servizio didattico
          che il corso di laurea può offrire
          e rinunciano, in definitiva,
          ad una visione armoniosa e sintetica del loro sapere.
          Ma la colpa non è tutta degli allievi:
          è la struttura dell'insegnamento universitario italiano,
          con l'accentuazione della sovranità della cattedra,
0611      a favorire questo effetto di frammentazione del sapere.
          I più anziani fra i presenti ricorderanno che un tempo
          si accedeva alla laurea in matematica
          solo attraverso un esame (o colloquio) di cultura generale.
          Questo esame costituiva per tutti una vera sofferenza:
          per gli allievi, perché spesso il risultato
          era in contraddizione
          con i buoni voti realizzati materia per materia;
          per i professori, perché esso rivelava impietosamente
          gli scarsi risultati della loro fatica.
0621      Nessuna meraviglia se questa prova fu abolita,
          come un testimone scomodo,
          all'inizio degli "anni settanta"
          con l'avvento della contestazione studentesca
          e non fu più ripristinata.
          Attualmente
          il problema non è quello di ripristinare questa prova
          (sul cui insuccesso si può sempre scommettere)
          ma è quello. di introdurre una didattica,
          che, per la sua stessa struttura, eviti la frammentazione.
0631      Si devono curare tutte le connessioni fra le varie materie,
          in modo da non avere né sovrapposizioni né lacune
          e da avere omogeneità di linguaggio.
          Ad ogni punto del corso, almeno nel primo biennio,
          ciascun docente deve essere al corrente
          di tutte le informazioni e nozioni
          che il discente ha ricevuto nelle varie materie,
          e deve poterle utilizzare.
          Una comprensione approfondita deve derivare allo studente
          dal constatare come uno stesso concetto giochi in vari campi.
0641            Aggiungerei una indicazione pratica:
          per il primo biennio (e per tutti i "corsi di servizio")
          ogni professore di matematica
          dovrebbe ruotare su ogni materia:
          e di conseguenza non vi dovrebbe essere
          titolarità di cattedra per le materie di questi settori.
          Sempre in coerenza con questa scelta,
          il lavoro didattico
          di ogni professore universitario di matematica
          (e forse di ogni altra materia) a tempo pieno
0651      dovrebbe comprendere due impegni:
          un corso istituzionale e un corso di ricerca.
          Quest'ultimo, ragionevolmente, potrebbe essere semestrale
          o anche ridursi ad un ciclo di seminari.
                Per inciso:
          anche sull'impiego, spesso irrazionale,
          del nostro potenziale didattico
          ci sarebbe motivo di autocritica.
          Un osservatore imparziale che ispezionasse il nostro mondo
          si troverebbe di fronte a due fatti inconciliabili:
0661      da un lato dipartimenti e istituti traboccanti di persone,
          dall'altro, specialmente nei "corsi di servizio",
          grandi aule in cui un solo docente,
          senza alcun collaboratore,
          deve tenere testa a più di duecento studenti.
                Sempre a proposito
          dell'efficacia dell'insegnamento universitario
          penso che sia urgente togliere il vincolo
          --- residuo delle non disinteressate follie degli "anni 70" ---
          che ancora impedisce agli insegnanti secondari di essere
0671      esercitatori e collaboratori alla ricerca presso l'Università.

6. - Una sperimentazione appena iniziata.

                Presso il Dipartimento di Matematica
          dell'Università di Pisa
          è stata avviata nel corrente anno accademico
          una sperimentazione basata sulle idee che ho esposto.
          Devo aggiungere che nel nostro ambiente
          c'erano già tendenze verso l'innovazione,
0681      affiorate in passato
          soprattutto nell'organizzazione
          di un "precorso" per le matricole;
          questa iniziativa non aveva però avuto successo
          per mancanza di collaborazione
          fra i docenti del "precorso" e i professori ufficiali.
          Pertanto, la prima precauzione è stata di creare
          una struttura sperimentale disgiunta da quella ordinaria.
          La presenza di un gruppo di docenti molto motivati
          e, in parte,
0691      affiatati dalla precedente esperienza del "precorso"
          è stata una circostanza fortunata che, fra l'altro,
          ha consentito di condurre l'operazione "a costo zero",
          come è imposto dai tempi magri in cui stiamo vivendo.
                I vincoli formali vigenti hanno consigliato di mantenere
          la suddivisioni e le denominazioni attuali per le materie,
          presentando la sperimentazione
          come esclusivamente metodologica.
          La struttura proposta è dunque la seguente:
          nel primo anno
0701      i corsi di Algebra, Analisi, Geometria
          vengono un po' sfrondati,
          nello spirito delle idee che ho esposto;
          così la materia dei tre corsi citati
          viene ridotta allo spazio di due sole annualità.
          La restante annualità è dedicata
          ad un avviamento all'informatica e alla probabilità;
          ci si riferisce qui all'informatica teorica
          perché la pratica del calcolatore
          è stata considerata
0711      come parte integrante di ogni materia
          ed è anche sviluppata
          in apposite esercitazioni al calcolatore.
          La fisica viene portata avanti
          in pieno raccordo con le materie matematiche;
          vengono svolte anche esercitazioni in laboratorio,
          sia pure con estensione limitata.
                Il lavoro didattico svolto è stato veramente intenso:
          gli allievi erano tenuti a svolgere settimanalmente
          una prova scritta riguardante tutte le materie,
0721      che, in tempi particolari, aveva carattere fiscale.
          I docenti si sono riuniti settimanalmente,
          mettendo in comune le loro strategie didattiche.
                Le valutazioni sono state svolte, per ora, in due tempi:
          dapprima, nell'ultima settimana di maggio,
          a conclusione del ciclo delle lezioni,
          è stato esaminato
          il profitto di ciascun allievo durante tutto l'anno;
          a ciascuno è stata poi assegnata
          una serie di temi per l'esame orale,
0731      che è stato svolto di fronte alla commissione
          costituita dal corpo docente al completo.
          Per un numero abbastanza ristretto di allievi
          è stato pronunciato
          un giudizio di non ammissione al secondo anno.
          In qualche caso, peraltro,
          anche in questa situazione di estremo insuccesso,
          l'allievo ha potuto essere considerato sufficiente
          in una o due delle quattro materie
          (esito questo non privo di utilità per l'allievo
0741      che, anziché ripetere l'anno,
          decida di iscriversi ad altro corso di laurea).
          La posizione di ciascun allievo
          è stata discussa ampiamente
          sia all'interno del collegio docenti,
          sia in presenza dell'allievo stesso;
          in pochi casi è stato dato il consiglio
          di cambiare completamente il corso di studi:
          più frequente il consiglio di ripetere daccapo il primo anno.
          Per la fine di settembre è prevista
0751      una nuova sessione di esami per gli studenti
          che hanno manifestato qualche lacuna
          o, che, comunque, desiderano migliorare la loro posizione.
          C'è stato anche un piccolo numero di allievi molto bravi;
          ma il dato più rassicurante è stato
          il buon esito di molti allievi di livello medio,
          alcuni dei quali,
          dopo aver cominciato con scarso successo
          lo studio della matematica nell'anno accademico precedente,
          avevano preso la saggia decisione di ricominciarlo daccapo
0761      con la nuova formula.
                L'osservazione di questi esami di tipo globale,
          specialmente per chi ha esperienza della prassi precedente,
          suscita una certa meraviglia:
          l'allievo sa di essere già conosciuto,
          nel bene e nel male e, in generale, non perde la serenità.
          Accenno qui di sfuggita ad un grave problema
          che incontrano i docenti universitari:
          quello della selezione.
          Che vi debba essere una selezione è ovvio,
0771      soprattutto quando, come accade oggi,
          il filtro fra la Scuola Secondaria e l'Università
          è pressoché nullo.
          Tuttavia non deve essere una selezione distruttiva,
          come è in gran parte oggi.
          Personalmente,
          sono preoccupato dell'impiego della matematica
          a puro scopo selettivo,
          come accade non raramente nelle facoltà di ingegneria,
          in cui la matematica è, a volte,
0781      largamente impiegata come deterrente durante il biennio,
          per essere poi lasciata spesso inoperosa nel triennio.
                Se la sperimentazione ha raggiunto
          una qualità soddisfacente
          nella pratica dell'insegnamento,
          nel rapporto umano e della organizzazione del lavoro,
          molto resta ancora da fare soprattutto sui contenuti.
          È evidente che ogni disciplina ha il suo particolare carattere
          che non deve andare perduto;
          tuttavia abbiamo la persuasione di essere solo agli inizi
0791      per quello che riguarda l'intarsio fra le varie materie.
                È poi un pericolo generale di ogni sperimentazione
          il voler conservare il tutto vecchio accanto al nuovo,
          anche per non rischiare di essere male giudicati
          dai colleghi che non vedono necessario un mutamento.
          La sperimentazione pisana non sfugge a queste critiche.
          Tuttavia, si può avere fiducia che,
          con il procedere della sperimentazione,
          le punte più specialistiche
          --- che, inevitabilmente ogni insegnamento si costruisce
0801      quando opera in modo isolato
          e si crea una sua scala interna di valori ---
          cadranno e verranno sostituite
          da una problematica interdisciplinare sempre più autentica.
                Ho detto che,
          volendo compiere una sperimentazione
          che fosse facilmente realizzabile,
          siamo stati costretti a mantenere il quadro formale attuale.
          A cose fatte, questa è stata una circostanza favorevole
          perché non siamo stati tentati
0811      di aggiungere semplicemente nuove materie,
          ma siamo stati forzati ad operare riduzioni
          nelle materie tradizionali
          e a ricavare spazi per i nuovi contenuti,
          raccordandoli con quelli classici,
          anche se, come ho detto,
          questo lavoro di compenetrazione è solo cominciato.
          Riflettendo a questa esperienza,
          penso che sarebbe illusorio fare una riforma
          che si limitasse a creare delle nuove materie,
0821      con nuove categorie di docenti
          pronti anch'essi a delimitare
          e a difendere il loro "terreno di caccia".
                Qualche difficoltà è stata avvertita
          anche riguardo all'uso del calcolatore;
          non si può ancora parlare di uso spontaneo e disinvolto.
          Anzitutto, non si sono realizzate ancora
          le condizioni per un uso del calcolatore
          durante la lezione ordinaria:
          si tratta di un problema tecnico che dovrebbe essere banale,
0831      ma che ancora non lo è,
          almeno se si devono cercare soluzioni a basso costo.
          Per quello che riguarda il lavoro degli allievi,
          il passaggio ad ore stabilite nell'aula di informatica
          è sempre qualcosa di diverso dall'uso spontaneo
          di cui si parlava in sede di programma.

7. - Ritornando alla formazione degli insegnanti.

                Avviandomi alla conclusione
0841      e ritornando sul tema specifico di questa esposizione,
          mi pare interessante riflettere, più in generale,
          su ciò che è stato fatto nel nostro paese
          nell'ultimo mezzo secolo per la formazione degli insegnanti.
          Si fa presto a dirlo: nulla, o quasi nulla.
          C'è in questo il peso di una tradizione:
          come dicevo all'inizio,
          si pensa che un buon matematico,
          un buon letterato, ecc.
          diventino automaticamente, se messi in cattedra,
0851      buoni insegnanti.
          C'è qualcosa di vero,
          perché in molti casi il miracolo si compie,
          tuttavia spesso il metodo non funziona,
          soprattutto da quando lo stato italiano
          ha rinunciato praticamente ad ogni controllo
          per selezionare effettivamente un buon matematico
          o un buon letterato.
          Guardando al passato,
          quella che poteva sembrare un'imprevidenza
0861      o una negligenza
          assume tutti i connotati di un disegno politico preciso,
          a servizio della fragile struttura sociale ed economica
          del nostro paese:
          tenere l'insegnamento come valvola di sicurezza
          contro la disoccupazione intellettuale.
          Ma negli ultimi anni
          la disoccupazione ha raggiunto valori così elevati
          e la popolazione giovanile ha toccato numeri così bassi
          che il meccanismo si è inceppato, come si sa.
0871            Una delle grosse occasioni mancate
          fu l'istituzione della nuova Scuola Media (1963).
          Nessun tentativo fu fatto
          per formare un corpo docente adatto ai nuovi compiti
          (penso, in particolare, alla fusione in un'unica cattedra
          --- e, successivamente, in un'unica materia ---
          della Matematica e delle Scienze della Natura)
          e neppure per aggiornare il corpo docente
          che era già in organico.
          Eppure non si può dire
0881      che l'ambiente scientifico italiano fosse inerte.
          Ricorderò in particolare un convegno
          svoltosi a Villa Falconieri (Frascati) nel settembre del 1965
          a cura della C.I.I.M. (Commissione Italiana
          per l'Insegnamento della Matematica),
          in cui si fronteggiarono due progetti
          per la formazione di insegnanti di Matematica e Scienze:
          uno preparato dal Prof. Ugo Morin, l'altro preparato da me.
          (Colgo questa occasione
          per un ricordo affettuoso dell'amico Morin,
0891      docente in questo Ateneo,
          persona di grande intelligenza e amabilità,
          che operò moltissimo per l'insegnamento della matematica,
          sia nella ricerca sia nella pratica).
          Il progetto del Prof. Morin consisteva
          in un corso quadriennale completo,
          mentre il mio contemplava
          un primo biennio di tipo scientifico qualsiasi
          (in Matematica, Fisica, Biologia, Chimica, ecc.)
          seguito da un secondo biennio
0901      dedicato ad un completamento culturale,
          alla formazione psico-pedagogica e al tirocinio.
          Io riconoscevo al progetto del Prof. Morin
          una maggiore organicità e completezza,
          ma sostenevo che il mio progetto
          aveva maggior rapidità di intervento,
          tenendo conto dell'urgenza.
          Come vedete, sono passati trenta anni
          e si deve ancora cominciare a fare qualcosa ...
                Negli anni che seguirono
0911      ci fu una fioritura di progetti interessanti
          preparati da varie Facoltà di Scienze:
          ricorderò in particolare quello di Roma,
          in cui Bruno de Finetti aveva profuso
          il suo entusiasmo e la sua intelligenza (5).
              (5) Per un'esposizione delle idee di B. DE FINETTI su questo tema
                 rinviamo all'ampio articolo
                 Insegnamento di Materie scientifiche nella Scuola Media unica
                 e preparazione degli insegnanti
,
                 Periodico di Matematiche, Vol. XLII (1964), 72-114.

0921      Ad un certo punto con la legge 441 del 12 marzo 1968
          (legge istitutiva dell'Università della Calabria)
          fu aperta la possibilità
          di istituire corsi di laurea finalizzati
          alla formazione di insegnanti di Matematica e Scienze
          e di Materie Letterarie per la Scuola Media;
          la legge prescriveva un corso di laurea quadriennale
          seguito da un anno di tirocinio guidato.
          Si trattava di un progetto interessante;
          ma il Ministero della P.I.,
0931      con una serie di ostacoli e dilazioni,
          bloccò la legge:
          le domande,
          presentate dalle numerose facoltàinteressate,
          incontrarono un vero campo minato di cavilli
          e furono respinte.
          (Per curiosità:
          non mi risulta che
          l'articolo della legge riguardante questo punto
          sia stato mai abrogato!).
0941      Negli anni che seguirono
          furono istituiti i più disparati corsi di laurea,
          per i più disparati usi, ma, per la scuola, nulla.
                In tempi più recenti,
          la legge del 19 novembre 1990, n. 341
          ha fissato norme completamente nuove
          sulla formazione degli insegnanti affidando, in particolare,
          la formazione degli insegnanti della scuola secondaria
          a Scuole universitarie biennali di specilizzazione
          per i laureati nelle varie discipline.
0951      D'altra parte, anche questa legge
          è rimasta finora inoperante
          perché i Ministri della P.I.
          che si sono avvicendati in questo ultimo quinquennio,
          pur di vario orientamento politico,
          hanno trovate grosse difficoltà nel realizzarla
          o, forse, hanno preferito tenerla in sospeso
          scorgendovi più fastidi che vantaggio politico.
                In questo momento, come ho detto,
          la scuola non assume insegnanti;
0961      ma questo stato di crisi, almeno per la Matematica,
          non durerà a lungo.
          Anzi, è naturale approfittare di questa pausa forzata
          per cominciare a fare qualche esperimento serio
          approfittare di questa pausa forzata
          per la formazione degli insegnanti.
          Alcune università (Siena, Pisa, Trento, ...),
          preoccupate della lunghezza
          dell'iter di attuazione della legge
          e dello stato di frustrazione
0971      in cui si trovano tanti validissimi neo-laureati,
          hanno istituito dei corsi annuali che dovrebbero,
          in fase transitoria,
          dare titolo per abbreviare la scuola di formazione
          non appena questa verrà istituita.
          Ma il Ministero della P.I.
          sembra voler fare il vuoto attorno a questi corsi,
          non concedendo neppure
          che ad essi venga attribuito un punteggio,
          punteggio che non è negato ad iniziative di aggiornamento
0981      assai meno rilevanti
          sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo.
                Certamente, in questo momento
          occorre insistere per l'attuazione della legge citata,
          anche se non rappresenta la migliore soluzione possibile.
          Ma quale potrà essere in futuro
          la via migliore per formare gli insegnanti?
          L'indirizzo didattico per il corso di laurea in matematica
          ha avuto, specialmente nel suo esordio,
          un certo prestigio ed una certa validità,
0991      ma è stato svalutato dal fatto di non poter essere
          titolo preferenziale nei concorsi all'insegnamento.
          Inoltre occorre ammettere
          che esso si trova in crescente difficoltà
          nei nostri dipartimenti;
          francamente, è spesso considerato un corpo estraneo,
          come, del resto, tutti i gruppi minoritari e interdisciplinari.
          Mi domando se non sia il caso di creare
          dei "Dipartimenti dell'Educazione Scientifica"
          e di entrare organicamente
1001      nella facoltà di "Scienze della Formazione",
          che è la nuova versione della Facoltà di Pedagogia.
          Tutti discorsi, questi, che non avrei mai fatto da giovane ...
          Intendiamoci:
          non mi sono convertito alla pedagogia.
          Molto di ciò che va sotto il titolo di pedagogia
          è materia di puro buon senso:
          quando vi si vuole aggiungere un'ossatura teorica,
          spesso si ottengono teorie fragili,
          che variano secondo la moda.
1021      Ma vi sono anche
          solide ricerche sperimentali sull'apprendimento,
          fra cui si possono ormai citare
          quelle dei nostri "Nuclei di Ricerca Didattica".
          In pochi anni,
          abbiamo assistito ad una rapida crescita
          quantitativa e qualitativa
          delle ricerche italiane
          nel campo della psicologia dell'apprendimento matematico.
                Una partecipazione organica dei matematici
1031      alle facoltà di "Scienze della Formazione"
          si renderà comunque necessaria
          se si vorrà collaborare
          alla formazione degli insegnanti elementari.
          I matematici sono entrati in questo campo
          --- la cui importanza culturale e sociale
          non ha bisogno di essere sottolineata ---
          all'inizio degli "anni 80"
          e hanno potuto partecipare attivamente
          alla formulazione dei nuovi programmi.
1041      Il corso di laurea quadriennale
          che è stato progettato per la formazione dei maestri
          corre il rischio di essere da un lato generico,
          dall'altro eccessivamente lungo,
          specialmente se si riflette che,
          con il passaggio al nuovo regime,
          l'iter per la formazione di un maestro
          verrà aumentato di colpo di cinque nni.
                Comunque, ciò di cui mi sono convinto
          è che per avere buoni insegnanti
1051      per ogni livello scolastico
          si deve creare un ambiente
          dove i giovani si formino con lo scopo,
          già dichiarato e condiviso fin dall'inizio,
          di diventare insegnanti.
          La professione dell'insegnante è troppo importante
1057      per poter essere scelta per esclusione o per ripiego.