di Cesarina Tibiletti Marchionna
Quando nel 1937 il prof. Giovanni Ricci venne chiamato da Pisa a Milano su una Cattedra di Analisi Matematica nell'Università degli Studi, la Biblioteca Matematica era ben poca cosa.
C'è da tener presente che i Corsi di Laurea in Matematica a Milano erano iniziati nel 1925 presso l'Università appena nata, che l'Istituto di Matematica era stato istituito ufficialmente solo nel 1927 e che era ridotto il numero dei docenti di Matematica di ruolo.
Giovanni Ricci, proveniente dalla Scuola Normale Superiore di Pisa, aveva avuto la cura della prestigiosa Biblioteca matematica della Scuola e personalmente era un fine bibliofilo, grande amante di libri antichi e moderni.
Fu subito sua cura occuparsi della costituzione presso l'Istituto Matematico dell'Università di una Biblioteca matematica che fosse ricca ed efficiente.
Il compito non era facile ma egli vi si dedicò con abnegazione ed impegno assiduo per tanti anni.
La dotazione data dall'Università alla Matematica, ancora negli anni '40, era tutta intestata alla "Biblioteca Matematica" e con un buon uso della stessa si poteva fare qualcosa.
Giovanni Ricci si preoccupò di acquistare libri nuovi e vecchi (conoscendo e ricercando rivendite opportune ed antiquariati) e di acquisire riviste matematiche con la cura di procurarsi man mano, se possibile, gli arretrati non posseduti.
Ebbe sempre l'attenzione a servirsi di librai efficienti ma il più possibile convenienti (per esempio era ritenuto con questi requisiti Sperling Küpfer di Torino) ed utilizzò tutte le sue conoscenze per rilevare anche edizioni antiche e rare, che si trovano tuttora nella "Biblioteca Matematica Giovanni Ricci".
Però allo scoppio della guerra, nel 1940, divenne ben presto difficile comprare libri, soprattutto all'estero. Rimaneva la possibilità di acquistare libri tedeschi e Ricci cercò di approfittarne il più possibile. Egli riteneva che fosse una buona occasione ed anche attualmente si nota nella Biblioteca l'apporto di quella operazione. C'è anche da rilevare che la produzione matematica tedesca, in quel tempo in particolare, era di ottimo livello. Si inseguivano, per esempio, le varie edizioni dei Gründlagen di Hilbert a cui era particolarmente interessato Ugo Cassina (docente presso l'Istituto matematico e cultore di Critica dei principi).
Giovanni Ricci nei lavori di schedatura e di ordine nella Biblioteca non aveva alcun personale specifico e si avvalse, fino alla metà degli anni '40, dell'aiuto di assistenti incaricati e volontari di Analisi Matematica (Clelia Romanini, Maria Vittoria Anzoletti, Cesarina Tibiletti, ecc.). Egli stesso però dedicava molto del suo tempo anche nel lavoro materiale della schedatura dei volumi (per tanti anni si videro in Biblioteca le schede scritte con bella calligrafia dallo stesso Ricci).
Intanto la guerra procedeva ed a Milano incominciarono, dalla fine del '42, i bombardamenti aerei e quindi, nel '43, si ebbe l'occupazione tedesca.
Ricci pensò di sfollare la Biblioteca (tenuto conto anche del fatto che era locata all'ultimo piano dell'edificio di via Saldini 50) e trovò che era possibile trasportare un carico di libri nella Scuola elementare di Locate Triulzi, località abbastanza vicina a Milano. Così all'inizio del 1944 partirono molti libri legati a gruppi con robusti spaghi. Però ben presto ci si accorse che la Scuola suddetta non era sicura perché si trovava presso la ferrovia Milano-Pavia-Genova, linea che era colpita spesso dai bombardamenti alleati.
Così, ancora nel 1944, i libri tornarono a Milano, ma sorse la paura che potessero essere requisiti dai Tedeschi, che pure avevano una loro organizzazione in piazza Leonardo da Vinci.
Si pose allora il problema di nascondere i libri stessi. Al II piano di via Saldini 50 si trovavano, oltre alla Biblioteca anche le aule per le lezioni di matematica. Due di queste aule avevano dei robusti banchi di legno posti in ripida scalinata chiusa dai vari lati: sotto questa vi era un ampio vano vuoto.
I pacchi di libri provenienti da Locate Triulzi vennero quindi inseriti in uno dei suddetti vani ben rinchiuso e celato rispetto all'esterno. In tutto questo lavoro di trasporto e sistemazione dei libri fu di valido aiuto Angelo Buscaglia, mitico bidello dell'Istituto matematico, intelligente collaboratore dei docenti dell'Istituto stesso.
Naturalmente in questo periodo la Biblioteca era poco utilizzabile. Inoltre nella sala d'ingresso della Biblioteca era stata sistemata una fumosa stufa a legna (non funzionava il riscaldamento centrale!).
Ed in quella Biblioteca alcuni giovani frequentatori si scambiavano anche, ben di nascosto, fogli di stampa clandestina, antifascista e antitedesca.
Però Giovanni Ricci, sempre entusiasta pensava ugualmente a progetti per lo sviluppo futuro della Biblioteca e comunque della Matematica a Milano. Suonava la sirena dell'allarme per avvisare dell'avvistamento di aerei da bombardamento ed occorreva scendere nel rifugio antiaereo (sistemato nell'interrato di via Saldini 50), ma Ricci, stando lassù al secondo piano, continuava a parlare dei suoi sogni agli interlocutori del momento, che forse pensavano al pericolo effettivo ed immediato di una qualche bomba che troncasse tutto.
Comunque andò bene: per la Biblioteca e per l'Istituto non vi fu alcun danno!
Anche Giovanni Ricci dovette raggiungere la famiglia a Firenze alla fine del '44 con un viaggio avventuroso che spesso ricordava.
Subito dopo il 25 aprile 1945 Ricci tornò a Milano (probabilmente con un viaggio non facile) ed arrivò da Torino anche Guido Ascoli, professore di Analisi Matematica a Milano, che era stato estromesso dall'Università nel '38 per effetto delle leggi razziali.
E con Ricci ed Ascoli seduti insieme ad un tavolo in Biblioteca un giorno della primavera del '45 fu la fine di un incubo e fu possibile pensare ad un futuro più sereno anche per la Biblioteca e l'Istituto Matematico!
Milano, 17 novembre 1999