1   Presentazione:
      il Congresso come occasione per contribuire al "pensare in grande"

        (4 ottobre 2001)

1.1   Perché questi stimoli
1.2   Note personali
1.3   Sull'invito a "pensare in grande"
1.4   Il Congresso come occasione
1.5   Tradizione della Mathesis e pluralismo



1.1.1   In questo periodo di attesa di cambiamenti per la scuola italiana,
il Congresso della Mathesis si presenta come occasione particolare
per riflessioni e per proposte (o, almeno, segnalazioni),
come si vedrà meglio in 1.4.

1.1.2   Da parte mia, cerco di cogliere la possibilità offertami dal prof. Fabio Mercanti,
con l'invito a collaborare all'organizzazione del Congresso.


1.2.1   La lettura, il 2 settembre, su Avvenire dell'articolo
"Parte la scuola: la politica del pensare in grande" di Giuseppe Savagnone
mi ha molto confortato e sollecitato nella decisione di proporre "stimoli",
anche come scelta metodologica per il Congresso,
in vista di contributi, segnalazioni e proposte dei Congressisti o di Altri.

1.2.2   Vorrei che fosse ben chiaro che non intendo propormi
come "alternativa" agli esperti del MIUR o dell'UMI,
anche se spero che il Congresso possa dare indicazioni utili:
da anni mi occupo di formazione degli insegnanti
per quanto riguarda la Matematica,
ma questo non mi dà titolo a pensare che i miei punti di vista
debbano interessare al di fuori del mio ambiente di lavoro.

1.2.3   Per gli eventuali interessati, segnalo, comunque, le mie pagine personali
nel sito web del Dipartimento di Matematica dell'UNIMI
(http://www.mat.unimi.it/~lucchini/gabl00.htm).

1.2.4   Vorrei che fosse ben chiaro, anche, che si tratta
non di una trattazione sistematica
ma di spunti proposti come stimoli (all'interno della struttura),
privilegiando la tempestività rispetto alla sistemazione.


1.3.1   In effetti, mi pare che il "pensare in grande",
suggerito da Giuseppe Savagnone,
non possa che essere il risultato di collaborazioni,
con la raccolta, la valutazione, la scelta di proposte e di segnalazioni,
anche critiche rispetto a riferimenti iniziali
o di indicazioni di problemi date
senza avere la soluzione o sapendo che la risoluzione tocca ad altri.
Mi pare che per "pensare in grande" occorra costruire un "grande" quadro
e rivederlo criticamente, anche più volte
(e, quindi, con tempi sufficienti per interventi meditati),
confrontando le diverse possibilità,
senza limitarsi a un "pensiero di parte", a una sorta di autarchia,
a un "se lo ho pensato io, è il meglio possibile",
indipendentemente da errori del passato, anche recente.

1.3.2   Tanti anni fa, Carlo Felice Manara mi diceva
"avremo sempre bisogno di chi veda le cose in modo diverso",
ma mi pare che la volontà di confrontarsi con chi ha altri punti di vista,
per esperienze, convinzioni, studi o altro,
sia sempre meno diffusa.

1.3.3   Sono convinto che la scuola sia troppo importante,
per la persona e per la società,
per farne oggetto di contese pretestuose:
è evidente che possono esserci scelte diverse,
ma il confronto deve essere serio e tempestivo,
in un adeguato quadro complessivo.

1.3.4   La scuola ha bisogno di essere "pensata in grande",
come la presenza della Matematica nella scuola,
a mio parere nel senso che occorre considerare il quadro complessivo
di tutti gli elementi, che entrano in gioco,
considerando e valutando, anche, rapporti ed equilibri.

1.3.5   Il MIUR, indipendentemente dalla politica del precedente MPI,
dovrebbe essere aperto a considerare segnalazioni, proposte e richieste,
non soltanto di "forze" che occorre ascoltare,
senza paura di confronti sul terreno delle idee:
mi pare che dovrebbe avere un ufficio apposito
e offrire opportuni incoraggiamenti,
evitando di far sentire "rompiscatole", e immeritevole di risposta,
chi si permette, per esempio, di segnalare errori, più o meno gravi, in testi ufficiali
(come a me è capitato con MPI e MURST).

1.3.6   Ripetizioni o inutilità di segnalazioni non dovrebbero spaventare:
meglio un po' di lavoro inutile che la perdita di una buona indicazione.

1.3.7   Alcuni spunti verranno segnalati in seguito,
anche come "provocazione" a presentarne altri,
al Congresso o in altre occasioni (cfr., in particolare, 1.5.3).


1.4.1   Penso che a questo punto sia chiaro perché ho scritto
di "Congresso come occasione" e di "stimoli".

1.4.2   In effetti, la "sospensione" della riforma dei cicli
è stata accolta da molti come possibilità di riflessione,
di riapertura di un dibattito, forse un po' debole sul "pensare in grande",
di possibilità di dare spazio ad altri punti di vista:
ritengo che sarebbe, comunque, pericolosa una nuova "autarchia",
anche se nel rispetto del ruolo e del peso delle "maggioranze".

1.4.3   La scelta del tema e il programma autorizzano a ritenere
che il Congresso possa essere una importante occasione
per riflessioni e per segnalazioni, per proposte e per richieste,
sulle quali pare lecito auspicare sviluppi operativi
non soltanto nell'ambito della Mathesis (MIUR, UMI, ...).

1.4.4   La data del Congresso induce a sperare
che per quei giorni il quadro di riferimento sia più chiaro,
almeno in alcune parti e in relazione a specifiche urgenze
(in particolare quelle segnalate in 2.2 e in 4):
e se questo porterà al superamento di indicazioni scritte per il Congresso
non si potrà che esserne lieti, dato che interessano i risultati.

1.4.5   Ritengo che la chiarezza del quadro sia ben più importante
di piccoli successi (presunti o reali) di opinioni personali:
e su vari aspetti c'è, veramente, urgenza.

1.4.6   E mi pare molto improbabile che non rimanga spazio
per contributi significativi al Congresso
come "stimoli" e come "segnalazioni",
anche con eventuali mozioni dei partecipanti,
da intendersi come (ciceroniano) implicito invito alle autorità competenti
a "excerpere ex malis, si quid inesset boni".


1.5.1   Come è ben noto, la Mathesis, che è stata fondata nel 1895,
ha una gloriosa tradizione di impegno per la Matematica nella scuola
e per servizi agli insegnanti.
Richiamo soltanto il ruolo nella nascita della Enciclopedia delle Matematiche Elementari
(segnalato nella prefazione dell'opera, come risulta dalla citazione)
e i contributi con pubblicazioni e attività,
sui quali mi pare auspicabile una adeguata documentazione,
che completi quella del numero speciale del 1995 del Periodico di Matematiche (cfr. 7).

1.5.2   Ovviamente, ai giorni nostri occorre tenere presente
l'esistenza di altri enti e di altre associazioni
e la conseguente opportunità (per non dire necessità) di intese, se non di collaborazioni,
in situazioni di pluralismo culturale e metodologico.

1.5.3   A questo proposito, in copertina (e qui) sono segnalati:
-- il Convegno UMI-CIIM,
-- il Congresso ADT,
-- il Convegno nazionale di Montevarchi ,
-- il Convegno dell'IRRE Lombardia,
-- il Convegno Nazionale "Didattica della Matematica e rinnovamento curricolare".



NB - Sono graditi suggerimenti e osservazioni.